Il terzo settore deve essere cuore, mente e intelligenza: anche artificiale.
Lo sviluppo dell’intelligenza artificiale è ineludibile, sarà il motore della nuova economia mondiale per i prossimi decenni a seguire.
E quale deve essere il ruolo, la responsabilità e l’opportunità del terzo settore?
L’AI rivoluzionerà l’intero sistema economico, sia reale che finanziario; ed è una realtà non più del futuro, ma del presente, che provocherà prestissimo grandi cambiamenti a livello personale, aziendale, legale, sociale.
È quindi già il momento di conoscere e valutare rischi e opportunità.
“L’intelligenza artificiale è una promessa che, se gestita con saggezza, potrebbe portarci verso un futuro di progresso e benessere.” – Pedro Domingos
SÌ: MA COSA È L’INTELLIGENZA?
Se dopo millenni non si è riusciti a definire l’intelligenza umana, diciamo così “classica”, difficilmente ci metteremo subito d’accordo nel definire quella artificiale.
Forse analizzare alcune differenze può aiutarci a cogliere gli elementi essenziali della questione, e renderla intuibile.
- L’intelligenza umana ragiona, quella artificiale calcola.
- L’intelligenza umana migliora, quella artificiale ottimizza.
- L’intelligenza umana è conoscenza con coscienza, quella artificiale è conoscenza senza coscienza.
- L’intelligenza umana cresce e si perfezione ulteriormente grazie alle riflessioni, quella artificiale cresce e si sviluppa computando più dati possibili.
- L’intelligente umana sa quel che dice, l’intelligente artificiale dice quel che calcola.
“L’intelligenza artificiale ci offre la possibilità di affrontare sfide complesse e di prendere decisioni informate basate sui dati.” – Cynthia Breazeal
In altro modo possiamo dire che, parlando di AI, “artificiale” è un aggettivo, una specifica, una tipologia di intelligenza: il che significa che l’intelligenza in sé, in quanto tale, esisteva prima e indipendentemente da artificiale.
In sintesi possiamo dire che l’intelligenza naturale è prima di quella artificiale: e, di conseguenza, contiene anche quella artificiale.
SÌ: MA PER NOI, MINACCIA O OPPORTUNITÀ?
Parafrasando Cechov, l’intelligente pensa: e questo avviene solo con chi sa di essere un po’ stupido e se si considera un po’ idiota. Invece l’AI è troppo “intelligente” per considerarsi idiota: e, quindi, non può pensare.
Ecco perché, da soggetti pensanti, non dobbiamo aver paura dell’intelligenza artificiale; ma certamente dobbiamo essere consapevoli che essa deve essere ben governata, ben indirizzata… anche verso il bene!
Ecco la sfida, il ruolo, la responsabilità e l’opportunità del terzo settore.
IL TERZO SETTORE: SÌ, IN PRIMA LINEA!
Il terzo settore, che si occupa dell’uomo e del mondo che lo circonda, deve essere assolutamente in prima linea, deve essere il primo a interrogarsi e essere la guida sul modo di procedere riguardo l’uso dell’intelligenza artificiale.
Vale la pena ribadirlo: l’AI non è fantascienza, è realtà!
E questo vale non solo per il mondo del non-profit, ma anche per il mondo del profit – che deve assumersi la responsabilità di essere guida, affinché l’enorme potenziale dell’AI:
- possa migliorare il profit dal punto divista dei valori non-economici
- e possa migliorare il non-profit per i valori economici.
“L’intelligenza artificiale non è solo un assistente, ma un alleato che può aiutarci a raggiungere il nostro massimo potenziale.” – Peter Norvig
CREARE IL BENE: SÌ, CON L’INTELLIGENZA, MOSSA DAL CUORE!
Aristotele diceva che il leader deve avere:
- LOGOS (capacità, intelligenza)
- PATHOS (animo sentimento, volontà)
- ETHOS (moralità, coerenza etica).
Chi opera del terzo settore le ha tutte e tre.
Non è la sola intelligenza, il logos che costruisce il mondo: ma sono la volontà e la morale, il pathos e l’ethos che costruiscono il mondo, grazie all’suo del logos.
Nulla si crea, se prima non si è voluto.
Nulla si ben crea, se la volontà non è mossa del bene.
La volontà è intelligente abbastanza per sapere che per creare, e bene, serve l’intelligenza: ben venga una intelligenza nuova!
“MY TWO CENTS”
Sono certo che lo sviluppo dell’intelligenza artificiale è ineludibile, e che sarà il motore della nuova economia mondiale.
Dobbiamo allora iniziare a domandarci come far generare dal cuore, che sappiamo essere il motore di chi si occupa del terzo settore, quelle applicazioni dell’intelligenza per un maggior e migliore intero ecosistema economico.